Nel XIV secolo, presso la corte della regina Isabella di Baviera, si racconta come fosse divenuta in uso la moda femminile della “grande scollatura” dove i capezzoli venivano ornati con anelli tempestati di diamanti…
Sembra che anche tra le signore inglesi di tarda epoca vittoriana (attorno agli anni novanta del XIX secolo) fossero divenuti di moda i cosiddetti bosom rings (“anelli da seno”). La pratica di perforazione dei capezzoli con applicazione di anelli o catenelle, avrebbe avuto lo scopo di aumentare la forma degli stessi, come rimedio contro il capezzolo introflesso, ma anche per puro scopo erotico…
Altre fonti si spingono ad affermare che tra le signore vittoriane, ad avere i capezzoli forati, ci fosse anche Lady Randolph Churchill, la madre del primo ministro britannico Winston Churchill.
Per il sesso maschile si hanno dati certi che il Piercing al Capezzolo era diffuso tra i maschi della tribù Karankawa, una popolazione di nativi americani estinta, che abitava il golfo del Nuovo Messico, che usavano tatuarsi e dipingersi il corpo, perforare il labbro inferiore e i capezzoli con piccoli pezzi di canna…
La pratica è inoltre attestata tra i marinai del XX secolo come rito di passaggio al passare di una determinata linea…
Oggi è una pratica molto affermata per entrambi i sessi… un rituale dove l’individuo si trova di fronte a se stesso, in un difficile percorso tra il dolore e la propria forza di volontà…